FRIDA KAHLO DIEGO RIVERA
La collezione Gelman
Padova, Centro Culturale Altinate San Gaetano dal 14 febbraio al 4 giugno 2023
La prima considerazione che viene da fare relativamente a questa mostra è la data d’inizio. Chissà se è stata una cosa voluta dagli organizzatori oppure casuale: il 14 febbraio. Frida e Diego sono stati follemente innamorati e follemente si sono forse odiati o, comunque, traditi. Però il loro amore è stato artisticamente sublime e lo si può evincere da alcune delle opere esposte a Padova in questo periodo.
Jaques Gelman, nato da famiglia ebrea a San Pietroburgo all’inizio del ‘900, emigra negli anni ’20 con la famiglia in Germania durante la rivoluzione d’ottobre e qui inizia a lavorare come fotografo di scena in uno studio cinematografico fino a diventare distributore di film francesi.
La sua vita ebbe un altro forte cambiamento quando, all’alba della seconda guerra mondiale, si rifugiò con la moglie Natasha in Messico dove nel 1943 ottenne la cittadinanza. Qui iniziò una proficua carriera di produttore cinematografico che gli permise di dare sfogo alla sua passione: collezionare opere d’arte. I Gelman conobbero e frequentarono a lungo Friga e Diego, divennero amici e commissionarono loro diverse opere e altre ne acquistarono. La loro amicizia si prolungò fino alla morte di Frida.
La collezione Gelman, donata alla morte di Natasha nel 1998 al Metropolitan Museum of Art, rappresenta al meglio quel “Rinascimento messicano” del quale i due artisti furono tra i nomi più importanti in assoluto.
Durante il percorso, infatti, si possono ammirare dipinti, disegni, opere su carta e fotografie che raccontano perfettamente l’atmosfera di quel periodo realizzati non solo da Frida e Diego ma anche da Angel Zagarra, David Alfaro Siquieos, Rufin Tamayo, Guillermo Davila e altri ancora. Sì, non è una mostra dedicata interamente a Frida Kahlo e Diego Rivera ma loro sono comunque i protagonisti principali come autori o come soggetti per altri autori.
LE FOTO
Sono veramente molte le foto esposte, le prime delle quali realizzate dal padre di Frida, Guillermo, che può esser definito come fotografo di architetture. Un altro grande pregio che ebbe, fu quello di portarsi spesso dietro Frida che, così, iniziò ad aprire la mente all’arte che in seguito fu alla base della sua vita, tanto meravigliosa quanto sfortunata.
Altre foto stupende sono quelle scattate, tra gli altri, da Bernard Silberstein, nelle quali Frida sembra seguirti con lo sguardo; da Imogen Cunningham e Manuel Alvarez Bravo, nei cui ritratti lo sguardo guarda dritto in camera ed è certamente più acuto di una gioconda qualsiasi; da Lola Alvarez Bravo, che ha immortalato l’artista anche nel feretro, mettendo un punto definitivo alla vita terrena di Frida Kahlo.
DIEGO RIVERA
Sono tre, in particolare, le sue opere che lasciano il segno. Nella prima ritrae Natasha Gelman adagiata su un sofà e in questo dipinto i dettagli sono molti e accurati: lo smalto sulle unghie delle mani e dei piedi, l’acconciatura e il vestito bianco come le calle che la circondano.
Le calle le ritroviamo nel magnifico “Le venditrici di calle” dove la cesta dei fiori occupa quasi tutto lo spazio della tela ma le tre venditrici non sono per questo defilate. Di una si vedono soltanto il cappello e le mani che abbracciano una parte degli steli. Le altre due sono in primo piano ma di spalle, evidenziando il modo in cui sono accovacciate e le loro acconciature: due trecce unite con un nodino alle loro estremità.
Oltre a tanto candore, anche il giallo prepotente dei “Girasoli” che sembrano muoversi per abbracciare i bambini che giocano davanti a essi.
Infine, un ritratto crudele: quello di Cristina Kahlo, l’amata e prediletta sorella di Frida con la quale Diego la tradì.
FRIDA KAHLO
La prima cosa che colpisce osservando le foto scattate all’artista e i suoi autoritratti, è che Frida era molto più bella nella realtà che nell’idea che lei voleva trasmettere di sé stessa. Nei suoi dipinti Frida trasmette principalmente due emozioni: l’amore per Diego e per la Casa Azul, il dolore causato dalla malattia, dall’incidente e dall’impossibilità di essere madre.
Ne “L’amoroso abbraccio dell’universo, la terra (Mesico) Diego, io e Señor Xolotl” ci si sente coinvolti nel grande abbraccio che include il giorno e la notte, la madre terra, la saggezza e la passione. La natura è totalmente avvolgente e l’amore di Frida per Diego assolutamente evidente.
La Casa Azul è stato il luogo dove Frida ha vissuto con la sua famiglia, con Diego, con i tanti animali che la rendevano ancor più unica e dove spesso teneva lezioni ai suoi allievi. Quattro dei più assidui di questi, Los Fridos, sono forse le scimmiette ritratte assieme a Frida in “Autoritratto con scimmie”.
Non meno emozionate è “Diego nei miei pensieri” dove Frida Kahlo si ritrae con un abito popolare messicano che Diego amava, indossato dalle donne di una regione a sud di Città del Messico, note per la loro forza d’animo e per il grande peso che hanno nella vita sociale. In queste Frida si riconosce ma, al tempo stesso, la veste ha anche un aspetto monacale che rispecchia la sua devozione verso l’amato che porta sempre nella mente oltre che nel cuore.
Frida è triste, invece, in “Autoritratto sul letto” nel quale è seduta su un giaciglio essenziale in una camera spoglia con seduto accanto a lei uno dei tre bambini che ha perso in gravidanza e che è rappresentato da una delle tante bambole che collezionava.
Un ringraziamento al Centro Culturale Altinate San Gaetano e allo Studio ESSECI.