
Domenica 1°ottobre 2023 all’ippodromo parigino di Longchamp è andata in scena la corsa, per me, più importante al mondo. Lo è tecnicamente, come testimoniato dai rating internazionali di fine anno, e lo è per l’evento cultural-ippico che rappresenta: l’Arc de Triomphe.
L’ippica italiana da tempo, dopo i fasti degli anni ’50 – ’60 con le vittorie di Nuccio, Ribot e Molvedo, dal 1988, che non vede un suo cavallo (di proprietà e allenamento, almeno) svettare sul traguardo dell’Arc. Fu Tony Bin ha farci strillare dal divano di casa, il capolavoro del Sor Luigi Camici, portacolori della White Star montato da John Reid.
Per fortuna ci hanno pensato i fantini italiani a ricordare che l’ippica c’è ancora in Italia. E se Lanfranco Dettori oltre che italiano di nascita è figlio dell’ippica universale, colui che ha vinto quest’anno ha una matrice italica più determinata.
Cristian Demuro con l’imbattuto Ace Impact ha risolto alla maniera dei campioni l’Arc 2023 controllando la gara dalle posizioni di
coda per rimontare al largo di tutti in retta d’arrivo. Dominio assoluto con un fantino perfetto in sella.
Cristian aveva già vinto l’Arc tre anni fa con Sottsass ma domenica lo ha fatto da favorito e con un cavallo senza macchia.
Conosco la famiglia Demuro da molti anni, ho realizzato fin dalle prime corse che Mirco Demuro, giovane allievo, aveva stoffa.
Pamela ha abitato per molti anni a Pisa dove la sua famiglia con Antonio Polli ha iniziato a crescere. Ho visto Cristian fin da bambino e l’ho seguito con curiosità nel suo approccio alle corse in sella ai Pony.
All’inizio si poteva pensare che Cristian volesse imitare Mirco e chissà se un giorno avrebbe percorso la stessa strada. Uno che certamente non ha mai avuto dubbi su questo è stato proprio Mirco che,
ricordo, mi diceva spesso: “Questo è più bravo di me già ora, dovresti vederlo come sta sul cavallo meccanico e come si muove!”
In verità, questo fatto ho potuto verificarlo qualche anno dopo e dopo innumerevoli telefonate di Cristian, Mirco e altri per sapere quando Demuro Jr avrebbe potuto partecipare al corso allievo fantino. Già, perché dalla fine degli anni ’90 al 2010, a San Rossore l’attività di formazione professionale ippica è stata un’eccellenza per l’ippica italiana poi lasciata cadere nel dimenticatoio, purtroppo.
Alla fine quel momento è giunto e Cristian è rientrato per un pelo (compì 16 anni giusto in tempo per partecipare al bando) nel corso che si svolse a cavallo tra il 2008 e il 2009.
I primi dubbi, quindi, erano stati così fugati e lui era proprio intenzionato a svolgere questo mestiere.
Immediato, però, ne sorse subito un altro. Non sarà che questo ragazzino si sentirà “il fratello di” e penserà di avere qualche sconto o agevolazione? Beh, mai dubbio fu più insensato perché Cristian è stato in quel corso un allievo modello: disciplinato, puntuale, bravo. E anche educato, un marchio di fabbrica che mamma Raffaella ha impresso nei tre figli.
Di strada Cristian ne ha fatta da subito in Italia che, poi, ha iniziato and andargli un po’ stretta e la scelta francese, infine, si è rivelata più che giusta.
Bravo Cristian, ti meriti tutte queste vittorie, dalla prima all’ultima, quella con Ace Impact nell’Arc de Triomphe.
PS: Cristian, spero che tu adesso abbia un accappatoio della misura giusta!