L’Ardia a San Rossore

Per molti anni l’ippodromo di Pisa ha ospitato la manifestazione Sardegna in Festa a San Rossore. Ogni anno, in collaborazione con l’Associazione Culturale Grazia Deledda di Pisa, portavamo gruppi folkloristici e non solo a San Rossore.
Tutto nacque da una mia idea supportata dall’allora direttore dell’ippodromo Stefano Meli, e per 9 anni l’ippodromo si è dipinto dei colori degli abiti dei popoli sardi, delle loro musiche, delle loro voci e dei loro cavalli. Oltre che della possibilità di poter gustare i prodotti alimentari della bella isola.

Nel 2008, pe la seconda edizione della festa, chi sta scrivendo, dopo aver partecipato all’Ardia di Sedilo nel 2006, decise di provare a portare una rappresentazione dell’Ardia a San Rossore. L’impresa sembrava improba perché S’Ardia non era MAI uscita da Sedilo.
Devo dire che scatenai un putiferio a Sedilo perché il consiglio dei cavalieri, l’organo che prende le decisioni in merito a S’Ardia, si riunì e ci fu tra i cavalieri un duro scontro tra la parte di essi che erano favorevole e quella che era contraria. Democraticamente, la votazione alla fine decise per il si ed ebbe il supporto dell’amministrazione comunale per organizzare la trasferta.

Questa è stata una delle cose più folli che io abbia mai organizzato in vita mia: 14 cavalli e cavalieri, sindaco e assessore e 3 fucilieri dell’Ardia.
Già, perché a Sedilo i tempi di S’Ardia sono scanditi dagli spari a salve di decine di fucilieri che avvisano la gente che i cavalli sono partiti da Su Fruntigheddu o dal Santuario o da Sa Muredda. A problema si aggiunse problema perché non era possibile viaggiare con le armi in aereo o in nave. Per cui noleggiai i fucili da una ditta viareggina che forniva attrezzature per il cinema e feci realizzare (non ricordo dove e da chi!) anche le cartucce a salve.

Il pomeriggio fu arricchito anche dal gruppo a tenoresPantaleo Serra” di Bortigali (il canto a tenores è un patrimonio tutelato dall’UNESCO) e dal Gruppo Folk di Bortigali formato da 11 coppie di ballerini che hanno eseguito anche il ballo a tenores indossando gli abiti nunziali ma anche quelli della nobiltà e delle famiglie contadine.

 

La giornata fu bellissima e molto spettacolare con qualche piccolo inconveniente legato ai colpi a salve che fecero saltare in ogni dove i Purosangue protagonisti delle corse! A dire il vero avevo chiesto ai fucilieri di sparare dal loro ingresso in pista dal parco giochi fino all’altezza delle tribune ma, si sa, un colpo tira l’altro e (gettandomi nello sconforto) arrivarono sparando fin quasi al tondino di presentazione!

Dopo aver vissuto questa esperienza, l’estate successiva decisi che sarei tornato a Sedilo per partecipare nuovamente a S’Ardia. Fu un inizio di luglio molto movimentato per me perché, dopo esser stato a Siena per il Palio di Provenzano partii subito dopo per la Sardegna.
Questa volta con maggior consapevolezza di quello che stavo andando a vedere e fotografare.
Mi capitarono in quei giorni due episodi molto curiosi e divertenti.
Il primo alla consegna delle bandiere davanti alla chiesa in paese. Anche in questa circostanza i fucilieri sparano a raffica per segnalare l’arrivo dei cavalieri dalle varie strade che confluiscono in Piazza San Giovanni. Alle mie spalle una ragazza, in una pausa tra una scarica e l’altra, a voce molto alta disse: “Qui si può sparare, non siamo mica a San Rossore“. Il tono era decisamente polemico!

Il secondo, quando si concluse S’Ardia della sera. Mentre bighellonavo tra la gente ancora numerosa nella zona del santuario mi fermò un uomo con tanto di coppola di velluto, barba e baffi a coprire parzialmente un viso mangiato dal sole e dalla polvere. Mi avvicinò e mi disse: “Io non sono stato d’accordo sul fatto che l’Ardia venisse a Pisa. Ma ti rispetto e ti invito“. Penso che sia stato un gesto importante e il sapore di quella birra fresca lo ricordo ancora.

Se volete sapere tutte le cose che abbiamo portato a San Rossore in tutte le edizioni di Sardegna in Festa, basta leggere questo documento.

Palio di Siena – L’ultima vittoria dell’Istrice
S’Ardia
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