Un veterinario e il suo nuovo Palio

Giuseppe Incastrone è un veterinario molto conosciuto in ambito ippico, ma non solo. Siciliano di nascita ma Toscano d’adozione, ha studiato all’Università di Pisa laureandosi nel 1985. Il percorso di studi lo portò a dover affrontare alcune esercitazioni con i cavalli, animali con i quali non aveva familiarità alcuna.

Però, si sa, i colpi di fulmine possono scattare anche a livello professionale e per migliorare le sue conoscenze, mentre era studente, Giuseppe ha lavorato di operaio all’Istituto di Incremento Ippico (in quegli anni ancora collocato sul lungarno di Pisa) e per cinque anni, dal 1980 al 1985, ha lavorato per l’Alfea come … addetto alle gabbie di partenza: si, collaborava per far entrare i cavalli nelle gabbie!

Successivamente, conoscendo Francesca Turri, passò molti pomeriggi all’OK Barn somministrando le terapie prescritte ai cavalli dai veterinari.

Insomma, di gavetta prima di laurearsi ne ha fatta e dopo un anno da militare (Ufficiale medico), nel 1987 è pronto a lavorare con i cavalli, partendo da San Rossore.

Gli anni che sono “a cavallo” tra gli ’80 e i ’90 sono decisivi per la sua professione: Stefano Meli è il nuovo direttore della società Alfea che gestisce direttamente anche il Day Ospital “Giacinto Fogliata”. Meli non è soddisfatto di come vanno le cose e chiede a due giovani veterinari, Duccio Pellegrini e Giuseppe Incastrone, di assumerne la gestione. In oltre 30 anni il Day Hospital ha fatto passi da gigante, migliorando la qualità delle strutture, delle attrezzature e dei servizi forniti. Passando da una gestione a due soci a una a tre soci e poi a una S.r.l. nella quale includere nuovi giovani veterinari per dare una continuità alla struttura che funziona 7 giorni su 7, 24 ore al giorno.

Il 1991 è un anno importante per Incastrone anche per un altro motivo: Ivano Poppi, un allenatore senese del quale era anche amico, gli chiede se vuol diventare il veterinario della Tartuca, a Siena. La Contrada non vince un Palio dal 1972, la dirigenza è cambiata e un rinnovamento generale delle cariche è in atto.

Il giovane veterinario accetta anche se conosce a malapena il Palio di Siena. Fatto sta che la fortuna arride agli audaci: la Tartuca viene sorteggiata per partecipare alla Carriera del 2 luglio 1991, all’assegnazione riceve un buon cavallo, Uberto, e il fantino ingaggiato è uno dei migliori, Salvatore Ladu detto Cianchino.

E come nelle belle favole, la Tartuca vince il Palio!

Per 32 anni Giuseppe Incastrone è stato il veterinario di questa Contrada ottenendo altri 6 successi (che in 30 anni non sono davvero pochi) e, soprattutto, restituendo ai proprietari i loro cavalli in perfette condizioni fisiche. In due occasioni ha fatto ritirare il cavallo della Tartuca perché non era in condizioni idonee per partecipare alla corsa.

Però nel 2022 cambia la dirigenza della Tartuca e, forse, 7 Palii vinti non erano sufficienti, per cui Giuseppe viene sollevato dall’incarico.

Nel corso deli anni trascorsi a Siena, però, aveva avuto modo di conoscere il penultimo Sindaco, l’avvocato Luigi De Mossi, con il quale aveva collaborato in qualità di consulente tecnico in alcuni processi.

Il Sindaco lo invita a diventare uno dei veterinari della Commissione Veterinaria del Comune per il Palio di Siena e, superati i passaggi istituzionali previsti, arriva per Incastrone la nomina di Veterinario del Protocollo Equino assieme al professor Rodolfo Gialletti. I due professionisti lavorano in stretta collaborazione con Carlo Alberto Minniti, veterinario comunale, e il suo collaboratore Giorgio Strozzi.

E da gennaio 2023, Giuseppe Incastrone ha scoperto un altro Palio di Siena. Infatti, per 32 anni, lui non ha seguito, guardato, vissuto il Palio di Siena ma, solo ed esclusivamente, il cavallo della Tartuca, perché questo era il suo compito.

Quest’anno invece, essendo parte della Commissione Veterinaria, ha partecipato alle visite per l’iscrizione dei cavalli al Protocollo Equino (un albo al quale devono essere iscritti i cavalli i cui proprietari hanno intenzione di partecipare all’iter che potrebbe portarli in Piazza del Campo), ha seguito le prove d’addestramento di Mociano e Monticiano (due piste realizzate sullo stile di Piazza del Campo) e ha selezionato i 91 cavalli ammessi alle previsite in vista del Palio di Provenzano, quello del 2 luglio.

La Commissione Veterinaria redige per ciascun cavallo iscritto al protocollo una scheda che riporta tutti i dati morfologici ma anche quelli relativi all’attitudine dimostrata dai cavalli nelle prove di addestramento. Schede che poi sono a disposizione dei Capitani delle Contrade al momento della scelta fatidica, quella dei 10 cavalli che scenderanno sul tufo per disputare il Palio.

In questi ultimi decenni sono stati fatti passi da gigante per la tutela e il benessere dei cavalli, a Siena: si è passati dai Purosangue Inglese che correvano senza esperienza di Palio, agli Anglo Arabo che devono corrispondere a dei canoni morfologici ben precisi e che, attraverso il percorso di addestramento devono dimostrare attitudine al tracciato di Piazza del Campo.

Ma, per Giuseppe Incastrone, questo primo Palio vissuto fuori dai confini della Contrada è stato una piacevolissima esperienza: ha potuto seguire tutte le fasi della Festa, ha vissuto le fasi della Mossa proprio da dietro il Verrocchio (il luogo da dove il Mossiere abbassa il Canape), ha guardato la corsa e tutti e 10 i cavalli che vi hanno partecipato. E, last but not least, ha potuto passeggiare per le vie di Siena nei quattro giorni del Palio!

L’articolo è stato pubblicato su EQUOS il 29 luglio 2023.

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La prima donna del Palio
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